Mai perdere di vista un kender annoiato

Lucian era molto eccitato di trovarsi lì. Dopo aver saputo di questo nuovo mondo, Teryal, aveva deciso di recarsi lì con Argentia per andare a visitarlo. Una volta arrivato, dopo aver letto alcuni documenti storici del luogo, decise di recarsi nel regno di Arias per vedere se il posto era davvero così instabile per colpa del loro re Naris, per poi farne rapporto al capitano Kian per vedere se avrebbe potuto fare qualcosa a riguardo.

Oltre a questo, Lucian era anche rimasto affascinato dalla leggenda dei Ruvear. Questo aveva suscitato nel licantropo il desiderio di riuscire a vederne uno, e magari anche a parlarci, per poter contemplare l'immensa saggezza di cui, secondo la leggenda, sarebbero dotati.

Una volta giunto da quelle parti non seppe cosa fare. I negozi erano ancora chiusi, e siccome lui non era originari di Krynn gli avrebbe fatto comodo sia una mappa che una guida. In quel momento però il suo naso fiutò un odore di Kender. Intuendo che poteva succedere qualcosa di grosso, decise di seguirlo.

In poco tempo lo raggiunse, ed infatti trovò una Kender femmina intenta a scassinare la porta di un negozio.
Il lycan immaginava cosa sarebbe successo se non la fermava, così la chiamò

"Hei. Ha perso qualcosa?"

Preferi evitaredi utilizzare un tono aggressivo nei suoi riguardi. In questo modo non avrebbe dovuto consegnarla alla legge o altro.

Il licantropo rimase un po' perplesso dalla risposta della Kender, ma trovò piacevole percepire la gioia che lei provava nel parlargli.

Se continuava su questa linea avrebbe potuto evitare che la poverina finisse nei guai con il padrone del negozio.
Non sapeva se la storia dei dischi di Mishakal e del bastone di Magius fosse vera. Non sapeva neppure se era vero il fatto che lei fosse un cherico di Mishakal, ma in entrambi i casi decise che era meglio portarla via da li.

Poteva anche essere divertente accompagnarsi per un po' ad una Kender. E forse lei avrebbe anche potuto essere la guida di cui aveva bisogno. Dopotutto i Kender se ne vanno praticamente ovunque, spinti dal loro spirito avventuroso. Quindi doveva saperne un po' di cose riguardo a quella zona. Certo, probabilmente avrebbe sempre e solo raccontato la sua versione dei fatti, o anche qualche storia inventata, ma sarebbe comunque stato meglio di niente.

E se anche non fosse così, il licantropo aveva ormai deciso che avrebbe potuto fargli bene conoscerla.

"No. Purtroppo non ce li ho quei dischi. Ma se ti va possiamo andare a cercarli insieme. In due avremmo maggiori possibilità di trovarli."

Lucian fu molto soddisfatto per essere riuscito a distogliere la Kender dalla sua idea di scassinare quella porta. E a quanto pare era riuscito anche a conquistarsi la sua simpatia, visto il grande entusiasmo che percepiva da lei.

Nel proprorgli di far scavare a Paxima per farli saltare fuori, il licantropo intuì che Paxima era il nome della fennec. Di certo poi scavare qualche buco non avrebbe creato chissàquali problemi alle persone, a meno che ovvio non ne scavassero troppi, perché in quel caso qualcuno avrebbe potuto inciamparvi. Ma questo era un problema facilmente risolvibile se ogni volta che la fennec finiva di scavarne uno per passare al successivo, poi avrebbe sempre potuto chiuderlo.

Quando poi la Kender gli tese la mano presentandosi con il nome di Emla, il Lycan gliela strinse e rispose

"Piacere Emla. Io sono Lucian."

Dopodiché fece un gesto con l'altra mano facendo apparire un secondo fennec dal nulla di fronte a Paxima ed aggiunse

"Pensi che Paxima sia un problema avere un altro fennec che scavi con lei da queste parti?"

Nel vedere l'interesse e l'entusiasmo di Emla per il fennec che aveva appena evocato, Lucian non poté fare a meno di sorridere. Era bello ed incredibile come stesse riuscendo rapidamente a conquistarsi la simpatia della Kender. La situazione diventava sempre più interessante.

Vedendo il modo in cui si stava avvicinando all'animale, il licantropo decise di divertirsi un po' con lei.

Così, appena Emla tentò di prenderlo, Lucian, comandando mentalmente il fennec, gli fece schivare la sua mano. Dopodiché lo fece fare le feste e scodinzolare, sfidando la Kender a rincorrerlo, come un bambino che vuole giocare ad acchiapparella.

Lucian osservò attentamente la scena senza far capire a Emla che era lui a manovrare il fennec, anche se probabilmente questo l'avrebbe reso solo più interessante agli occhi di lei. Era proprio curioso di vedere cosa sarebbe successo adesso.

Lucian osservò divertito tutta la scena. A quanto pareva era riuscito a distogliere la mente di Emla dalla sua voglia di scavare buche. Adesso voleva che giocassero insieme ad acchiappare i propri fennec. La cosa poteva anche essere divertente.

Di certo non avrebbe potuto creare fastidio. Forse al massimo era lui che poteva farci la figura dell'idiota, ma dopotutto in un regno dominato dalla tirannia la cosa non era poi così importante. Anzi, se questo tiranno non lo prendeva sul serio sarebbe anche stato più facile coglierlo di sorpresa, se mai fosse riuscito a convincere il capitano Kian a mandare delle truppe, o almeno una depositaria, per spodestarlo e ridare la libertà al popolo.
Come poteva credere che uno che giocava con i Kender faceva realmente parte di un esercito importante come quello della Dama Bianca? Se le cose gli andavano bene probabilmente non avrebbe neanche creduto che aveva con se un drago d'argento.

Comunque ora l'importante era conquistarsi la simpatida e l'amicizia della Kender.

Così decise di accettare la proposta di Emla aggiungendone una sua.

"Buona idea. E avrei anche un'altra proposta a riguardo: che ne dici se magari li inseguiamo nei boschi appena fuori villaggio? Così è ancora più difficile e quindi divertente. E forse lì dentro potremmo imbatterci in qualcosa di interessante. Dopotutto qui stanno ancora tutti dormendo, e quindi non c'è molto da fare."

Doveva ammetterlo. Quella Kender gli diventava sempre più simpatica ad ogni parola che diceva. I suoi discorsi sul fatto che avrebbero potuto trovare qualche tempio abbandonato o qualche mostro erano anche divertenti. E siccome il licantropo non conosceva bene la geografia del luogo, c'era la possibilità che avrebbero potuto trovarli realmente.

Se avessero trovato un tempio abbandonato sarebbe stato interessante esplorarlo e scoprire cosa c'era dentro. Se invece avessero trovato un mostro, affrontarlo sarebbe stato un buon esercizio per lui.

All'idea di scavare buchi nei boschi Lucian ridacchiò. Emla era proprio divertente. Lui non aveva bisogno di cucchiai per scavare, dato che per farlo poteva tranquillamente assumere forma animale e scavare con le sue zampe da lupo, ma, per cortesia e gentilezza, decise che avrebbe accettato quello che le gli avrebbe dato.

Questo gli fece chiedere: come avrebbe reagito la Kender quando gli avrebbe rivelato che era un lupo mannaro? Lo avrebbe trovato interessante e gli avrebbe fatto tante domande sulla sua condizione arrivando perfino a chiedergli di morderla? Oppure avrebbe creduto che volesse mangiarla prendendo quindi uno dei suo tanti oggetti per difendersi, affermando che era un'arma speciale fatta apposta per i lupi mannari?

"Beh, questo lo scoprirò quando sarà il momento."

Pensò tra se e se. Poi si avvicinò ad Emla e gli poggiò amichevolmente la mano sulla spalla

"Grazie. Mentre lo cerchi andiamo. Così quando me lo dai siamo già li."

E cominciò ad avviarsi facendogli capire che voleva che lo seguisse.

Era bello vedere come la felicità di Emla continuava a crescere grazie a lui. Aveva proprio fatto la cosa giusta nel decidere di socializzare con lei.

Mentre i due continuarono ad inoltrarsi nel bosco Lucian si chiese: Cosa sarebbe successo adesso? In che situazione avrebbero potuto mettersi insieme? Lo avrebbe scoperto presto.

La Kender prese il licantropo alla sprovvista quando gli chiese come si chiamava il suo fennec. Se gli avesse detto la verità temeva di offenderla. Ma alla fine, dopo averci riflettuto, decise di dirgliela comunque. Dopotutto lui voleva davvero socializzare con lei. Non stava cercando di ingannarla per raggiungere un secondo fine o altro.

"Beh... Se devo essere sincero lui non ha un nome. L'ho conosciuto solo in questo momento."