Mai permettere che un kender si senta annoiato

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    Agli occhi degli uomini, la vita passa dal buio all'oscurità. Agli occhi degli dei, la vita è una morte...

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    Nolyup, o quantomeno l'essere che stava possedendo Nolyup, annuì pensieroso alle parole di Lucian. "Ottima risposta." Ammise, per quanto un'ombra di dubbio fosse ancora presente nel suo sguardo. "È saggio usare i giocattolini che finiscono nelle nostre mani, soprattutto quelli inusuali. Spesso risultano inefficienti, ma sono certamente insospettabili... e tendono ad essere sottovalutati dal nemico." Il suo sguardo cadde brevemente sui nativi ancora inginocchiati al suo cospetto, quasi come se stesse paragonando Emla ad essi. Ai suoi occhi, sia la kender che i nativi erano giocattoli, da sfruttare finché possibile e poi buttare.

    "Cosa più importante," Aggiunse. "possono essere sostituiti senza troppa difficoltà." Quell'affermazione non piacque per nulla ad Emla. La kender non poteva provare paura ma questo non la rendeva stupida o insensibile. Non le piaceva per nulla che quel dannato spirito maligno considerasse Nol e gli altri come pedine sacrificabili al bisogno. "Quindi dimostrami la tua lealtà alla causa. Uccidi la kender." Oh, evidentemente lo spirito non stava pensando di sacrificare i nativi: quello era decisamente un sollievo, ma... "Senza offesa, milord, ma non credo di essere pronta al Grande Viaggio. Ci sono ancora tanti luoghi nel mondo mortale che vorrei visitare, prima iniziare l'esplorazione di quello spirituale." Per la precisione, aveva appena messo piede in Halfeim. Se ne sarebbe pentita eternamente se fosse morta prima di esplorarlo per bene.
     
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    Quello fu un colpo basso. Era riuscito per il momento a togliersi dai guai. Ma allo stesso tempo quello spirito maligno ancora dubitava di lui. Se si fosse rifiutato di obbedire avrebbe capito che non era un suo seguace. C'era solo una speranza per evitare che la copertura saltasse. Era spiacevole, e sperò che non fosse inutile. Ma era l'unica speranza rimasta.

    "Ai suoi ordini." disse, mantenendo il perfetto controllo delle emozioni.

    Dopodiché sguainò la spada e si voltò verso la Kender. Avendo la certezza che nessuno lo stesse guardando in faccia, cercò di trasmetterle con i suoi occhi che non provava il minimo piacere in quello che stava per fare.
    La trafisse apparentemente in pieno petto, facendo attenzione a non colpire nessun punto vitale. Dopodiché, la afferrò e, trasformandosi parzialmente, in modo da avere una maggiore forza fisica, e non avendo più motivo di nascondere la sua licantropia in quella situazione, la scaraventò lontano nel mezzo della foresta, sperando che non sbattesse addosso a un albero, o atterrasse su qualcosa di duro.
    Sperò sinceramente che capisse il suo piano e che questo era l'unico modo che gli era venuto in mente per salvarla senza far saltare la copertura e che dopo questa storia continuasse a fidarsi di lui.

    "Ecco fatto." disse mantenendo calma e freddezza ridiventando completamente umano. "Ora ci penseranno gli animali della foresta a banchettare col suo cadavere."
     
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    Avrebbe dovuto avere paura, lo sapeva bene. Il tono freddo di Lucian quando aveva accettato gli ordini dello spirito e il suo sguainare la spada sarebbero bastati a spaventare chiunque. Chiunque tranne una kender incapace di provare paura. Mentre il licantropo si voltava verso di lei, i loro occhi si incrociarono. Emla non era una telepate ma, durante i suoi viaggi (e il suo addestramento come chierica), aveva imparato a comprendere le intenzioni delle persone. Non sapeva esattamente cosa stesse passando per la mente dell'amico ma era certa che Lucian non volesse ucciderla. E, se era così, non valeva la pena rischiare di rovinare i suoi piani facendo resistenza.

    Il dolore fu intenso e immediato. Concentrata sul dolore, le ci volle un attimo per rendersi conto di essere stata lanciata per aria. Il suo imprevisto volo durò per qualche istante poi la kender finì nel bel mezzo della lussureggiante chioma di un albero. Schivato il tronco per un puro miracolo, i rami e le foglie rallentarono a sufficienza il suo moto per permetterle di sopravvivere alla caduta. Un ulteriore lampo di dolore attraversò il suo corpo quando toccò il terreno pieno di foglie. Per un attimo, Emla credette di star per svenire ma, in qualche modo, riuscì a mantenersi cosciente. Lottando contro il dolore, la kender indirizzò una silenziosa preghiera verso Mishakal e cominciò a far circolare il potere della dea per il proprio corpo, allo scopo di fermare la perdita di sangue, riparare le ossa rotte e chiudere le sue ferite. Il potere arrivò più lento e flebile del normale, come se ci fosse qualcosa che lo bloccava. Emla non aveva idea di cosa questo esattamente significasse, ma si ripromise di scoprirlo appena la crisi fosse stata risolta. Per il momento, le sue priorità erano rimettersi in sesto e raggiungere Argentia. E riflettere su come estrarre quel dannatissimo spirito dal corpo di Nol.

    ***


    Nel frattempo, Nolyup stava ridendo. Un lampo di dolore attraversò i suoi occhi mentre rideva, segno di come l'originario proprietario del corpo fosse rimasto scosso dall'azione di Lucian, ma quel momento passò e lo spettro soppresse con la forza qualsiasi tentativo del nativo di riprendere il controllo. "Ottimo, davvero ottimo." Esclamò. "Freddo e deciso, come è giusto che sia. Ho bisogno di persone come te se voglio riconquistare ciò che è mio di diritto. Ho deciso, da questo momento sei mio." Sul suo volto comparve brevemente un'espressione rapace. Sì, era davvero interessato in lui. "Qual è il tuo nome e il tuo status nel nostro esercito?"
     
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    Anche se era stato faticoso reprimere le sue emozioni nel copiere l'atto, almeno non era stato inutile. Era riuscito ad ingannarlo come voleva. Adesso doveva continuare la recita se voleva trovare in seguito il modo di fermarlo.
    Quindi si inchinò rispettosamente e disse

    "Mi chiamo Lucian, e non sono nessuno di particolare per l'esercito. Mi sono offerto di venire qui per compiere questa missione proprio perché volevo sfruttare la cosa per dimostrare le mie capacità e il mio valore, per fare carriera e scalare i ranghi. E sono molto onorato di essere al suo servizio, vedrà che non la deluderò."

    E aspettò di vedere cosa sarebbe successo.
     
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    "Quindi nessuno avrà da ridire se ti prendo." Commentò lo spirito, finalmente lasciando il cerchio di nativi inginocchiati (che si spostarono per non finire sulla sua strada) per raggiungere Lucian. Lo squadrò con un interesse quasi rapace, come se stesse analizzando un suo nuovo giocattolo. "Lucian..." Ripeté il nome, mentre cercava informazioni sull'uomo nella mente di Nolyup. Il nativo però non sembrava più collaborativo come all'inizio, forse a causa della morte della kender, così tutto quello che riuscì a percepire fu assurdità native sulla sua identità di messaggero celeste e una fugace immagine contenente quella che sembrava la sagoma di un drago. "..un cavaliere del drago?" Domandò, corrugando la fronte a quella vaga impressione. Se c'era di mezzo un drago le cose si complicavano, ma l'opportunità era troppo ghiotta per lasciarla andare. Che i cavalieri del drago fossero divenuti così comuni da poter essere considerati irrilevanti o che Lucian stesse mentendo non aveva realmente importanza, tutto ciò che contava era che davanti a lui c'era il corpo perfetto. Sarebbe stato un peccato ma, se il drago si fosse mezzo di mezzo, l'avrebbe eliminato. Sottometterlo sarebbe stato preferibile ma, nelle sue condizioni, era troppo rischioso.

    Senza esitazioni, lo spirito allungò un braccio con l'obiettivo di toccare il volto di Lucian e, grazie al contatto fisico, dare al via al suo tentativo di possessione. Se fosse stato meno arrogante e sicuro di sé, probabilmente avrebbe rimandato quel tentativo. Il tempo in cui era rimasto sigillato in quel tempio abbandonato l'aveva indebolito e non necessariamente era in grado di possedere una persona potente quanto Lucian. Soprattutto se avesse fatto resistenza...



    Emla, intanto, stava correndo per la foresta. Non era ancora totalmente guarita, e scalare un albero per capire in che direzione era l'accampamento non aveva esattamente aiutato, ma non c'era tempo da perdere. "Argentiaaaaaaa!" Urlò mentre entrava nell'accampamento, cercando con lo sguardo la dragonessa. "Emergenza! Lucian, Nol e gli altri sono in pericolo!"

    Buona vigilia di Capodanno! <3
     
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    Buon anno nuovo, anche se in ritardo


    Lucian capì sia per intuito che per la reazione del suo istinto di lupo cosa volesse fare quello spirito maligno. E purtroppo Lucian decise che glielo avrebbe lasciato fare. Non conosceva altro modo per liberare il povero Nol dalla possessione. Era un azzardo, e non sapeva se sarebbe stato abbastanza forte da resistere o se il suo lupo interiore avrebbe contribuito a opporre resistenza. Ma una cosa era sicura. Anche se la possessione avrebbe smascherato la sua bugia, non gli avrebbe dato vita facile. Oltretutto, se Emla era ancora viva e fosse riuscita a raggiungere Argentia, forse avrebbero potuto fare qualcosa. Per cui si limitò a rispondere, continunado a mantenere il controllo delle sue emozioni:

    "Sarà un onore mio signore."

    *



    A quelle parole sul muso di Argentia si formò un'espressione di puro terrore. Afferrò all'istante Emla e se la mise in groppa dicendo

    "Raccontami in fretta cosa è accaduto."
     
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    Ancor prima di rendersene conto, Emla si ritrovò sulla groppa della dragonessa. "Aspetta, aspetta! Ho bisogno della mia borsa!" Per fortuna non aveva con sé tutte le sue borse quando aveva seguito i nativi per la foresta, altrimenti a quell'ora i suoi possedimenti sarebbero stati sparsi per la foresta. Lasciata con uno scatto felino la groppa di Argentia, corse verso le sue borse e cercò al loro interno ciò che le serviva. Rimosse i vestiti insanguinati per indossare una veste azzurra da chierico, si assicurò di star indossando il medaglione di Mishakal, agganciò alla sua cintura un pugnale... e infilò in tasca un comune cucchiaio da cucina. Afferrato infine l'hoopak, Emla tornò di corsa da Argentia e le saltò in groppa.

    "Ok, ora possiamo partire: ho tutto il necessario per scacciare un non morto." Affermò, sufficientemente sicura di quanto stava dicendo. Nonostante quanto raccontava, non aveva mai avuto a che fare con un non morto ma era relativamente sicura di ricordarsi tutti i passaggi. Dopotutto, aveva memorizzato (e abbellito) tutte le storie del chierico Abal, il suo maestro. "Perché sì, lo spirito maligno esiste davvero!" Proseguì tutta eccitata, mentre dava ad Argentia indicazioni su come raggiungere le rovine. "È una scoperta fantastica! O forse no? Lucian e gli altri sono in pericolo..." Si corresse, cercando di sopprimere (almeno per il momento) la tipica esuberanza kender. Aver trovato uno spirito maligno era indubbiamente un'esperienza affascinante, ma non quando c'erano di mezzo le vite dei suoi amici. Le sarebbe dispiaciuto se Lucian, Nol o qualunque altro degli altri nativi avesse lasciato il mondo terreno così presto. Il Grande Viaggio era il Grande Viaggio ma Emla aveva appena iniziato la sua esplorazione di Halfeim e non voleva perdere la compagnia di Lucian.

    "Nolyup è stato posseduto dallo spirito maligno e il resto dei nativi non sta facendo nulla per fermarlo perché... mm... credo sia il loro vecchio Signore? Insomma, il cavaliere del drago oscuro che abbiamo visto nelle pitture rupestri all'isola." La tentazione di abbellire la storia con elementi di fantasia era grande ma la kender si costrinse a spiegare le cose come stavano. La storia avrebbe avuto tutto il tempo di evolversi una volta che la crisi fosse stata risolta. "Lo spirito ha ordinato a Lucian di uccidermi quindi Lucian mi ha trafitto e mi ha gettato lontano tra gli alberi. È stata un'esperienza interessante ma anche spiacevole. Non credo di volerla ripetere presto." Spiegò, per niente offesa dal trattamento che il licantropo le aveva riservato. Qualcun altro sarebbe stato sul piede di guerra dopo quanto accaduto, ma la kender non riusciva a vedere la gravità della cosa.
     
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    L'azzardo di Lucian fu ripagato, almeno in parte. Lo spirito maligno lasciò il corpo di Nolyup per fiondarsi nel suo corpo. Il nativo, d'un tratto libero, vacillò per un istante prima di riuscire a riprendere l'equilibrio. Il suo volto si tinse di un'espressione particolare, come se fosse attanagliato da rabbia e sensi di colpa, mentre osservava la nebbiolina scura permeare nel corpo del licantropo. Mordendosi il labbro, fece alcuni passi indietro per raggiungere il resto dei nativi. Per un attimo sembrò che volesse inginocchiarsi al loro fianco ma poi si fermò.

    Lo spirito, nel frattempo, era intento a prendere il controllo del corpo di Lucian. Convinto che l'uomo fosse leale alla causa, non si stava aspettando una grande resistenza... ma nemmeno una sua totale assenza: anche la persona più fedele non poteva far a meno di vacillare, di andare in panico e porre resistenza, quando si rendeva veramente conto a cosa stava andando incontro. La leggerezza con cui stava prendendo la possessione (considerata da lui come cosa ormai fatta) e il suo attuale stato di debolezza avrebbero potuto essere sfruttati da Lucian, se avesse deciso di porre resistenza.

    Fu solo all'arrivo di Argentia che la sicurezza dello spirito cominciò a vacillare. La possessione era solo agli inizi, quindi aveva un controllo estremamente limitato sul corpo di Lucian, ma aveva potuto vedere tramite i suoi occhi sia le scintillanti scaglie argentate della dragonessa che la kender ancora in vita (e in salute) sulla sua groppa. "Tu, traditore!" Esclamò attraverso le labbra di Lucian. "Cosa aspettate, idi*ti! Uccidete il drago, sono nemici!"

    A quell'affermazione, l'indecisione negli occhi di Nolyup si tramutò in ferma decisione. "No, non attaccate!" Urlò un contrordine. "Emla e Argentia sono nostre alleate. Lo spirito non è chi dice di essere! È lui il nostro nemico!"
     
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    Lucian fu sollevato che il suo azzardo era riuscito e che aveva potuto scacciare lo spirito maligno da Nolyp. E per sua fortuna non era in piena forma. Così avrebbe potuto contrastarlo. Non aveva capito bene cosa fosse successo quando Emla e Argentia arrivarono e fu accusato di tradimento, quando in realtà non gli era mai stato fedele. Quindi, quando diede l'ordine e Nolyp lo contestò, Lucian, con la sua volontà rispose.

    "è vero. Questo spirito è solo un parassita, ed io gli ho permesso di prendere il mio corpo per salvare Nolyp. Non dovete dargli retta."

    Ed iniziò la sua lotta mentale contro quest'ultimo. Non intendeva pregare la morte, perché era contro i suoi principi, ma si sarebbe impegnato per scacciarlo dal suo corpo e impedirgli di prenderne un altro.
     
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    Di fronte a quello scambio di accuse, la confusione era evidente negli occhi dei nativi.
    "Parassita? Donare il proprio corpo al Gran Maestro sarebbe un'onore per tutti noi!"
    "Ma è veramente il Gran Maestro?"
    "Lo è, tutto corrisponde. Siate fedeli al nostro credo!"
    "Ma Nolyup è tra i più fedeli, se lui dice che non è il Gran Maestro..."

    Mentre i nativi si trovavano temporaneamente incapaci di reagire, Emla stava osservando la situazione. "Oh, Nolyup non è più... ah, ecco! Lo spirito ora possiede Lucian! Tranquilla, Argentia, ci penso io." Esclamò, per poi saltar giù dalla groppa della dragonessa. Avvolta nelle sue vesti azzurre da chierico e con un'espressione seria sul volto, la kender sembrava una persona completamente diversa.

    "O Mishakal, tu che sei la Portatrice di Luce, ti invoco in questo momento sacro. Concedici la tua protezione e la tua saggezza, illumina l'oscurità con la tua luce e scaccia il male da questa terra." Iniziò a recitare, in una preghiera sentita e sincera. Mentre parlava, Emla afferrò con la mano sinistra il medaglione d'argento che portava al collo, simbolo della sua fede, e innalzò al cielo con la mano destra un cucchiaio da cucina ancora sporco di marmellata (fragola o frutti di bosco, considerato il suo colore rossastro). "Ti supplico, o Portatrice di Luce. Discendi tra noi attraverso il Cucchiaio Kender dell'Allontanamento e libera Lucian del male che lo sta possedendo."

    Se ci fosse stato un altro chierico in zona, a quel punto avrebbe sbattuto la sua testa contro qualche tronco. Cucchiaio Kender dell'Allontanamento? Da quando quell'assurdo mito faceva parte del rito per scacciare i non morti? Assurdo o meno, alle parole della kender il cucchiaio si illuminò. Forse per la fede che Emla riponeva nel mito del Cucchiaio, forse per la natura caritatevole della dea, Mishakal sembrava aver accettato quella strana preghiera. L'effetto cominciava a vedersi anche in Lucian: lo spirito stava facendo fatica a mantenere il suo appiglio sul corpo, formando uno strano effetto di nebbiolina scura attorno al licantropo. L'urlo di rabbia e dolore dello spirito fu quello che servì per portare i nativi ad una decisione.

    "Fermiamola, sta uccidendo il Gran Maestro!"

    Nonostante il loro impegno, né le parole di Nolyup né quelle di Lucian erano bastate a convincerli. I nativi si precipitarono contro Emla, armi nelle mani, decisi a fermarla ad ogni costo. Intenta nel rito, la kender nemmeno si rese conto dell'avvicinarsi della minaccia... ma anche se l'avesse fatto, non sarebbe stata poi così preoccupata: Argentia l'avrebbe protetta, ne era certa.

    Libera pure Lucian dallo spirito quando vuoi. ;)
     
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    L'esorcismo di Emla, la forza di volontà di Lucian, e la debolezza dello spirito maligno furono tutto quello che serviva per permettere al licantropo di espellere quest'ultimo dal suo corpo. E fece in tempo sia perché la tribù aveva creduto più allo spirito che a lui, che perché Emla, per aiutarlo, si era resa vulnerabile. Per fortuna ci fù argentia che protesse entrambi. E il licantropo per dare maggiore protezione ad entrambi, assunse la forma garou. Per sua fortuna gli indigeni non avevano armi d'argento, così avrebbe potuto rigenerare qualunque ferita e provare ancora a ragionare con loro.
     
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    ..e così fu. Argentia si protese per proteggerla, bloccando frecce e lame con le sue scaglie.

    Nel suo stato meditativo, Emla non si rese quasi conto di ciò che accadeva attorno a lei: era totalmente concentrata nello strappare lo spirito maligno dal corpo dell'amico. Grazie al potere di Mishakal e alla forza di volontà del licantropo, una nebbiolina scura fu presto espulsa dal corpo di Lucian e un urlo disumano risuonò nell'area. Il Gran Maestro, senza corpo ed indebolito dall'attacco, si materializzò in forma spirituale non troppo distante da Lucian, per poi allontanarvisi di scatto appena questi assunse sembianze garou. Con l'aggiunta del licantropo alla difesa di Emla, i nativi esitarono: nella relativa sicurezza della loro isola, non avevano mai incontrato una creatura simile. "È un demone!" Urlò uno dei nativi, il tono della sua voce che tradiva un certo panico. Di fronte all'aspetto bestiale di Lucian, nemmeno Nolyup sembrò trovare parole per negarlo.

    "Nolyup, schiva!" All'avvertimento di Emla, Nolyup si riscosse a sufficienza per schivare l'attacco del Gran Maestro. Espulso dal corpo di Lucian, lo spirito maligno aveva deciso di tornare nel suo. Ritrovandosi a dover scegliere tra due minacce - uno spirito maligno da una parte, un "demone" dall'altra - Nolyup corse verso Lucian e la sua relativa protezione. "Demone o meno, lavoriamo insieme!" Esclamò. "Vi prego, ditemi che sapete come sconfiggere uno spirito. Prima lo sconfiggiamo, prima quegli idi*ti rinsaviranno."

    "Potrei sigillarlo... ma in cosa?" Rispose Emla, un po' insicura. Non era esattamente esperta in spiriti (e una parte di lei desiderava ancora scoprire come ci si sentiva a venir posseduti), ma immaginava che avrebbe potuto temporaneamente sigillarlo in un oggetto che avesse qualche caratteristica spirituale o che, almeno, avesse un legame col defunto.
     
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    Scusa. Mi sono di nuovo distratto e non ricordavo che toccava a me.


    Anche Lucian non sapeva cosa fare ora che aveva esplulso lo spirito, ma era contento che ci fosse collaborazione. Ma si limitò ad annuire. Non sapeva come fare con i morti, ma cominciò ad annusare per vedere se, sperando che lo spirito avesse un odore, qualcosa che avesse un odore simile.
     
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    Nessun problema, non ti preoccupare. ^^


    I sensi del licantropo poterono percepire elementi contrastanti: l'odore della foresta era ovunque, anche all'interno di quelle rovine ormai mezze distrutte. Radici, rami, rovi e anche qualche ciuffo d'erba si erano infiltrati tra le piastrelle della vecchia pavimentazione e tra i blocchi in pietra di quel che rimaneva dei muri. A causa dell'agitazione dei presenti, c'erano anche odori meno piacevoli come la puzza di sudore. Eppure, essendo stato posseduto dal Gran Maestro, la percezione di Lucian era ancora parzialmente sintonizzata con l'energia dello spirito. In quelle rovine, tra i muri caduti e i rovi, c'era qualcosa che lo chiamava: un'armatura mezza distrutta, accompagnata da quel che rimaneva dello scheletro a cui era appartenuta. Lo scheletro del Gran Maestro. Un frammento di quell'armatura (o delle ossa) sarebbe stato perfetto per sigillare lo spirito.
     
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    Lucian, da quando aveva iniziato ad amare la sua nuova condizione di Licantropo, aveva fatto molta pratica per imparare a controllare e sfruttare il suo olfatto e grazie a questo non venne sopraffatto dai troppi odori, anche se erano fastidiosi. Localizzata l'armatura che sembrava collegata allo spirito, non poteva dire in modo diretto, temendo che lo spirito lo ascoltasse. Così si limitò a correre più veloce che poteva a quattro zampe per raggiungere l'armatura.
     
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